Poeta e scrittore italiano. Strenuo difensore della
libertà di Firenze e frequentatore dei convegni agli Orti Oricellari,
fuggì in Francia dopo la congiura contro Giulio de' Medici (il futuro
Clemente VII) e si mise al servizio di Francesco I. Tornò a Firenze nel
1527, alla cacciata dei Medici, ma dovette di nuovo fuggire nel 1530: anche
questa volta riparò in Francia, dove rimase fino alla morte. Scrisse:
La coltivazione (poema didascalico in endecasillabi sciolti che gli valse
la celebrità, e per il quale si ispirò a Virgilio, Varrone,
Esiodo, Columella);
Le satire;
Egloghe latine; i poemi
Girone
il Cortese e
Avarchide; e per la scena,
Antigone;
Flora
(Firenze 1495 - Amboise, Indre-et-Loire 1556).